L'unica mossa per avere via libera, dalla Cdl e dal Paese, per la corsa al Quirinale era quella di distribuire le due Assemblee parlamentari tra maggioranza ed opposizione, al Senato un uomo del centro sinistra ed alla Camera un uomo del centro destra.
Con questa premessa la candidatura di D'Alema sarebbe stata accompagnata da un chiaro segnale di distensione.
Ma scelta avrebbe chiesto il sacrificio di Marini e di Bertinotti, il quale però, non essendo senatore, non avrebbe potuto presiedere Palazzo Madama, dove è comprensibile la necessità di avere un presidente di centro sinistra considerato il lieve scarto di voti esistente.
Anche questa volta Bertinotti ha sconvolto tutti i piani di D'Alema.
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